Prestiti personali immediati

Mutui e prestiti aziendali

Utilizza la funzionalità di ricerca interna #finsubito.

Agevolazioni - Finanziamenti - Ricerca immobili

Puoi trovare una risposta alle tue domande.

 

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito
#finsubito news video
#finsubitoaste
01_post_Lazio
Abruzzo
Agevolazioni
Agevolazioni #finsubito
Alghero aste
Cagliari aste
Chieti
Emilia Romagna aste
Firenze aste
Italia aste
L'Aquila
Lazio aste
Lombardia aste
News aste
Olbia aste
Post dalla rete
Roma aste
Sardegna aste
Sassari aste
Toscana aste
Zes agevolazioni
   


diGreta Privitera e Federico Thoman

In tre puntate, in vista del voto di 8 e 9 giugno, 7 riassume le posizioni dei partiti italiani su temi chiavi per l’Europa. In questo numero l’ultima puntata: difesa, stabilità, intelligenza artificiale, diritti

Questa è la terza e ultima puntata del focus che 7 dedica ai grandi temi delle prossime elezioni europee. La situazione geopolitica è sempre più complicata dalla guerra in Ucraina, quella in Medio Oriente e dal rapporto con l’Iran. L’Europa deve scegliere il suo posto nel mondo, a partire dalla Difesa e dall’industria militare. Deve poi capire come garantire uno sviluppo economico omogeneo ai suoi Stati membri con un occhio alla finanza pubblica: il nuovo Patto di stabilità funzionerà? Per tutti i maggiori partiti italiani, no. Ma il debito pubblico del nostro Paese, mastodontico, sarà sostenibile a lungo se non verrà ridotto? Bruxelles per prima ha regolamentato l’intelligenza artificiale: vediamo se sarà una partenza falsa o un modello. Infine ultima, ma non per importanza, la questione dei diritti: quali prospettive per tutelare chi viene discriminato? I 27, su temi come aborto o diritti delle persone LGBT+, riusciranno a trovare un terreno comune?

DIFESA – Nazioni forti o unite?

Negli ultimi trent’anni siamo passati da una configurazione bipolare del mondo in cui i due poli di potere erano rappresentati da Stati Uniti e Urss, a una struttura multipolare, con più sfere di influenza opposte. La minaccia delle guerre, il Medio Oriente in fiamme, il ruolo della Cina, della Russia e dell’Iran impongono all’Occidente e quindi all’Europa risposte su temi fondamentali come quello della difesa e del ruolo nella Nato.
Secondo Raffaele Nevi di Forza Italia è fondamentale investire più risorse in ricerca e sviluppo per diventare competitivi nel campo della difesa «mettendo in sinergia le straordinarie industrie europee. Anche per non essere dipendenti dagli Usa». Sempre secondo FI la Nato è la nostra casa e «dobbiamo ridurre al massimo la dipendenza da Paesi instabili e accelerare la realizzazione della produzione di energia nucleare anche in Italia».
La Lega parla di un’Europa di Nazioni forti, non di un Super-Stato europeo. L’europarlamentare Susanna Ceccardi dice: «Una difesa comune è impensabile senza una politica estera comune che attualmente è un’utopia – si pensi solo alle scelte sulla Libia volute dalla Francia. Siamo contrari a un esercito europeo. Diciamo no a doppioni della Nato, e sì a una maggiore collaborazione tra Paesi».
Per il Partito democratico l’obiettivo è quello di rafforzare l’autonomia strategica dell’Ue. Brando Benifei pensa che «i Paesi europei devono lavorare insieme alla costruzione di un sistema di difesa che ci permetta di affrontare le sfide odierne in maniera più decisiva, senza competizione tra Stati».
Valentina Palmisano, candidata del M5S, si concentra sulla Nato e i «troppi errori commessi»: «Penso alla guerra in Ucraina. Questa alleanza ha assunto una postura più offensiva che difensiva». Secondo il M5S è impensabile aumentare i fondi alla difesa mentre si taglia nella sanità e nell’istruzione. «L’Ue deve investire nella diplomazia. Non vogliamo che la difesa europea diventi solo una opportunità per aumentare gli affari delle lobby delle armi».

STABILITA – Tanti “No” al patto

Dopo il crollo del Pil dovuto alla pandemia l’economia europea sta cercando di risollevarsi. A complicare il tutto ci si è messa l’inflazione, specialmente nel 2022 e nel 2023.
Lo scorso 23 aprile a Strasburgo, nella plenaria del Parlamento Ue, solo tre eurodeputati italiani hanno votato a favore della riforma del Patto di Stabilità. Lo schema prevede dei paletti per i Paesi con un deficit (cioè quando le spese superano le entrate fiscali) sopra al 3% e per quelli con un debito pubblico superiore al 60% del Pil. L’Italia, nel 2023, secondo Eurostat era a più del doppio: 137,3%. Un carico di queste dimensioni grava sul presente e sulle prossime generazioni di italiani che dovranno pagare miliardi di interessi. A chi sfora i parametri la Commissione invierà ogni anno una «traiettoria di riferimento» con degli obiettivi: ogni Paese dovrà poi presentare i piani pluriennali degli interventi migliorativi.
A votare contro il solo Movimento 5 Stelle, mentre Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia e Partito democratico si sono astenuti. Proprio il responsabile Economia della segreteria dem, il senatore Antonio Misiani, a 7 descrive il nuovo Patto come «un’occasione persa. L’accordo finale ha snaturato la proposta iniziale della Commissione, che era un passo in avanti. La reintroduzione di parametri automatici di riduzione di deficit e debito indebolisce la titolarità nazionale dei piani di rientro». Da Fratelli d’Italia sottolineano che «il nuovo Patto è migliorativo e per la prima volta inizia a riconoscere il contributo di alcuni investimenti virtuosi nel percorso di aggiustamento del deficit. Ma sarebbe servito più coraggio, scorporando dal debito gli investimenti per quelle politiche che proprio l’Ue ci chiede, a partire dalla doppia transizione verde e digitale e dalla Difesa». La Lega lo ha definito invece «riforma mancata» promettendo che «con un’altra maggioranza in Europa sarà possibile apportare le modifiche necessarie verso maggiore flessibilità e più investimenti pubblici». Anche per Forza Italia il nuovo assetto andrebbe «migliorato».
Il M5s vede «prospettive cupe». Spiega a 7 l’ex presidente Inps e candidato capolista al Sud Pasquale Tridico: «La Confederazione europea dei sindacati ha stimato in 100 miliardi di euro i tagli alla spesa sociale che la riforma imporrà agli Stati membri (per l’Italia il calcolo è di circa 13 miliardi annui, ndr). La doppia tenaglia rappresentata da austerity e tassi di interesse alti strozzerà la nostra economia aumentando precarietà e povertà».

AI ACT – Le prime regole

Se si chiede a ChatGPT «quali sono i rischi di ChatGPT», il chatbot più celebre al mondo risponde elencando 6 punti critici: 1) disinformazione; 2) discriminazione; 3) sicurezza digitale; 4) privacy; 5) trasparenza; 6) impatto economico e sociale.
Dietro a un software di intelligenza artificiale c’è però un’azione umana che lo ha programmato: insieme a tutte le straordinarie possibilità offerte ci sono parecchi rischi e, soprattutto, enormi interessi privati. Per questo, il 22 maggio scorso, il Consiglio Ue ha approvato definitivamente l’AI Act, la prima legge al mondo che disciplina sviluppo, commercializzazione e uso dei sistemi di intelligenza artificiale. Le nuove regole entreranno in vigore tra due anni ma alcuni divieti già tra sei mesi. Tra le norme più rilevanti c’è l’obbligo di indicare con un segno distintivo, il cosiddetto «watermark», tutti i contenuti (foto, video e audio) modificati o creati grazie all’intelligenza artificiale. Tra i pericoli maggiori ci sono i «deepfake», video in cui con l’AI si creano contenuti falsi. Nel mondo della pornografia è un problema emerso da tempo, ma pensiamo ai rischi per la democrazia: un politico candidato, per esempio, potrebbe venire danneggiato enormemente da un video «fake» in cui lo si vede intascare una tangente.
A proposito di questo, il candidato Pd all’Europarlamento e membro della segreteria nazionale con la delega a Informazione, Cultura e Memoria Sandro Ruotolo dice a 7: «Sono terrorizzato dall’AI, con l’analfabetismo funzionale così diffuso e una soglia di attenzione di pochissimi secondi sui social, una regolamentazione è quanto mai fondamentale». Il sottosegretario all’Innovazione del governo Meloni Alessio Butti (FdI) spiega a 7 che «il ruolo del regolatore Ue è fondamentale per garantire uno sviluppo etico e sicuro di questa tecnologia cruciale. In questo senso, l’AI Act è un passo decisivo nella definizione di standard ampiamente condivisi». Sabrina Pignedoli, europarlamentare uscente e capolista M5S nel Nord-Est, guarda agli effetti sulla società: «L’intelligenza artificiale è una grande risorsa: penso alla sua applicazione nel campo medico o alla prevenzione dei disastri climatici. Bisogna fare in modo che non sia un fattore di aumento dei divari, sia a livello di persone, sia di piccole e medie imprese. Deve restare uno strumento al servizio delle persone e non di qualche multinazionale che vuole tagliare posti di lavoro. 

DIRITTI – Posizioni opposte

Nel 2022, Amsterdam è stata dichiarata la città più queer-friendly del mondo. Anche Londra, Berlino, Stoccolma e Dublino. Poi, però ci sono le leggi omofobe dell’autocrazia ungherese di Orbán, e quelle dell’ultra cattolica Polonia. Sui temi dei diritti civili – come aborto, diritti lgbtq+, eutanasia, gestazione per altri, carceri – tra i 27 dell’Ue in alcuni casi ci sono distanze che sembrano inconciliabili. Ed è difficile immaginare come si faccia a scrivere un progetto comune con posizioni così diverse. Secondo Maddalena Morgante di Fratelli d’Italia «i 27 Paesi possono trovare l’unità solo restando ancorati alle proprie radici per non perdere le rispettive identità culturali e valoriali. Per esempio, noi sosteniamo che la difesa della vita sia un dovere e un diritto da tutelare. FdI crede che promuovere una cultura del rispetto non significhi accettare ideologie come quella gender o pratiche disumane come l’utero in affitto». Anche Susanna Ceccardi, europarlamentare della Lega, condivide posizioni simili: «Annullare le legittime distanze, promuovendo l’omologazione e il pensiero unico su questioni etiche, non renderebbe un buon servizio all’Ue. I trattati prevedono che i temi eticamente sensibili siano di competenza esclusiva di ogni Stato membro. Quando si accolgono veramente i valori di libertà, bisogna rispettare anche chi legittimamente non la pensa come te».
Mentre Forza Italia parla di equilibrio: «La cosa per noi fondamentale è essere equilibrati, riconoscere la famiglia e al tempo stesso il diritto di ogni cittadino a vivere la propria sessualità in modo libero. Sull’aborto ugualmente dobbiamo garantire a tutti di scegliere in piena libertà, e cercare in tutti i modi di rimuovere gli ostacoli alla maternità».
Opposte sono le visioni del Partito democratico, e Camilla Laureti, eurodeputata dice: «L’uguaglianza e la non discriminazione sono valori essenziali e diritti fondamentali nell’UE, sanciti dai trattati e dalla Carta dei diritti. Registriamo con preoccupazione la recente decisione del nostro Governo di non firmare la dichiarazione per la promozione di politiche europee a favore delle comunità Lgbtq+. La sfida da vincere è, prima di tutto, culturale». Carolina Morace, M5s, commenta: «È normale che ci siano delle differenze fra i Paesi membri ma sui principi base e sui diritti fondamentali dei cittadini non possono esserci distinzioni. L’UE è prima di tutto una comunità di valori e chi non li rispetta con leggi liberticide deve essere penalizzato, fino ad arrivare al congelamento del diritto di voto in Consiglio».

2 giugno 2024

 

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link

Informativa sui diritti di autore

La legge sul diritto d’autore art. 70 consente l’utilizzazione libera del materiale laddove ricorrano determinate condizioni:  la citazione o riproduzione di brani o parti di opera e la loro comunicazione al pubblico sono liberi qualora siano effettuati per uso di critica, discussione, insegnamento o ricerca scientifica entro i limiti giustificati da tali fini e purché non costituiscano concorrenza all’utilizzazione economica dell’opera citata o riprodotta.

Vuoi richiedere la rimozione dell’articolo?

Clicca qui

 

 

 

Per richiedere la rimozione dell’articolo clicca qui

La rete #dessonews è un aggregatore di news e replica gli articoli senza fini di lucro ma con finalità di critica, discussione od insegnamento,

come previsto dall’art. 70 legge sul diritto d’autore e art. 41 della costituzione Italiana. Al termine di ciascun articolo è indicata la provenienza dell’articolo.

Il presente sito contiene link ad altri siti Internet, che non sono sotto il controllo di #adessonews; la pubblicazione dei suddetti link sul presente sito non comporta l’approvazione o l’avallo da parte di #adessonews dei relativi siti e dei loro contenuti; né implica alcuna forma di garanzia da parte di quest’ultima.

L’utente, quindi, riconosce che #adessonews non è responsabile, a titolo meramente esemplificativo, della veridicità, correttezza, completezza, del rispetto dei diritti di proprietà intellettuale e/o industriale, della legalità e/o di alcun altro aspetto dei suddetti siti Internet, né risponde della loro eventuale contrarietà all’ordine pubblico, al buon costume e/o comunque alla morale. #adessonews, pertanto, non si assume alcuna responsabilità per i link ad altri siti Internet e/o per i contenuti presenti sul sito e/o nei suddetti siti.

Per richiedere la rimozione dell’articolo clicca qui