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Riscattando fino a cinque anni senza contributi, si può andare in pensione prima o avere un assegno più alto: può farlo chi ha iniziato a versare contributi dopo il 1995, pagando l’equivalente all’Inps. Ecco le istruzioni su come fare domanda, chi può accedere al riscatto e quanto costa la procedura.

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Nel 2024 è attiva la possibilità di riscattare fino a cinque anni in cui non si sono versati contributi, pagando l’equivalente all’Inps e ottenendo così un assegno più alto quando si lascerà il lavoro, oppure andando in pensione prima perché si raggiunge la soglia necessaria di anni di contributi. L’intervento è possibile solo per chi ha iniziato a versare contributi dopo il 1995, quindi rientra del tutto nel sistema contributivo. Il periodo riscattato può essere al massimo di cinque anni, anche non continuativi, e il costo dell’operazione dipende dalla gestione pensionistica in cui si trova quando si fa domanda. Ecco le istruzioni dell’Inps, pubblicate in un’apposita circolare, su come fare domanda, quali sono i requisiti da rispettare e come si possono riscattare gli anni senza contributi.

Chi può accedere al riscatto dei buchi contributivi Inps nel 2024

La possibilità di riscatto è aperta a tutti gli iscritti all’Assicurazione generale obbligatoria per l’invalidità, la vecchiaia e i superstiti dei lavoratori dipendenti che abbiano versato almeno un contributo prima di fare domanda. Non solo, sono inclusi anche gli iscritti alle forme sostitutive ed esclusive dell’Assicurazione generale, oltre alle gestioni speciali dei lavoratori autonomi e alla Gestione separata spesso utilizzata dalle partite Iva. In buona sostanza, quasi tutte le categorie di lavoratori sono incluse.

Un requisito importante, però, è che può effettuare il riscatto solo chi è completamente nel regime contributivo, ovvero ha iniziato a versare i contributi (in qualunque gestione e di qualunque tipo: obbligatori, figurativi, di riscatto) solo dopo il 31 dicembre 1995. Chi è entrato nel mondo del lavoro prima, invece, non ha la possibilità di usare questo strumento. In più, non può effettuare il riscatto nemmeno chi è già titolare di una pensione diretta.

In più, c’è il fatto che già nel 2019 uno strumento simile fu lanciato per riscattare i periodi contributivi. Chi lo aveva utilizzato potrà farlo anche in questa occasione? Non c’è da preoccuparsi: le due misure non si escludono a vicenda. Sia chi aveva già riscattato un certo periodo nel 2019, sia chi non lo aveva fatto, potrà comunque richiedere ora il riscatto di cinque anni di contributi mancanti.

Quanto tempo si può riscattare per la pensione e come si calcola

Può essere ammesso al riscatto un periodo massimo di cinque anni, anche non consecutivi, in cui non risulta versato nessun tipo di contributo in alcuna gestione previdenziale. In tutti i casi, questi anni devono cadere tra il 1° gennaio 1996 e il 31 dicembre 2023.

In più, devono rientrare anche nel periodo tra l’anno del primo e quello dell’ultimo contributo accreditato. Non importa il giorno esatto in cui il contributo è stato versato, ma solo l’anno. Ad esempio, se una persona ha iniziato a versare contributi nel settembre 2005, e ha registrato l’ultimo nell’ottobre 2023 (naturalmente con dei buchi i mezzo), può comunque riscattare un periodo di cinque anni senza contributi tra il 1° gennaio 2005 e il 31 dicembre 2023.

Questi due contributi (il primo e l’ultimo registrato) non devono per forza fare riferimento alla stessa gestione in cui si fa la domanda di riscatto. Chi è stato iscritto a più gestioni (dipendenti, lavoratori autonomi…) può fare domanda di riscatto per qualunque di queste, purché rispetti i requisiti già detti.

Quanto costa la procedura per il riscatto contributivo

Il versamento da fare all’Inps si calcola sulla base del sistema contributivo. Dunque, si prende la percentuale contributiva che è in vigore nella propria gestione nel momento in cui si fa la domanda (detto in parole povere, quanto si versa attualmente di contributi in percentuale), e si applica quella stessa percentuale alle retribuzioni ottenute negli ultimi dodici mesi. Questa somma si applica poi a tutto il periodo che si vuole riscattare.

Il risultato è che a grandi linee si paga ciò che si è versato in contributi nell’ultimo anno, per ciascun anno che si vuole riscattare. Il totale può essere saldato in una sola soluzione, oppure essere diviso a rate (a meno il riscatto non serva per scopi particolari, come la immediata liquidazione di una pensione). Ci possono essere fino a 120 rate mensili, con importo non inferiore a 30 euro, senza interessi. Il contributo versato è fiscalmente deducibile dal reddito complessivo.

Come fare domanda e quando scade

La possibilità di fare domanda per questo riscatto pensionistico è già valida dall’inizio dell’anno e lo resterà fino al 31 dicembre 2025. presentazione della domanda di riscatto è limitata al biennio 2024–2025. Può presentarla il diretto interessato, oppure i suoi superstiti o parenti fino al secondo grado. Per i dipendenti del settore privato, può anche essere il datore di lavoro a fare la domanda, pagando i costi con i premi di produzione che spettano al lavoratore.

La domanda può essere presentata dal sito dell’Inps, accedendo con Spid o Carta di identità elettronica alla sezione “Riscatti”. Oppure si può chiedere assistenza al Contact center (hiamando da telefono fisso il numero verde gratuito 803 164 o da telefono cellulare il numero 06 164164). Infine, si può chiedere assistenza a patronati e intermediari Inps con i servizi telematici che offrono.



 

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