Nascono le sneakers “Pescara”, in vitello e gomma, bianche con un’applicazione blu sopra il tallone. Si vendono nel centro di Milano, nella bottega di Matteo Ciccone, calzolaio pescarese che al nord ha fatto la sua fortuna, diventando un punto di riferimento nella riparazione di calzature di alta qualità per clienti di tutto il mondo. Le scarpe, prevalentemente mocassini e stivaletti da uomo, le aggiusta e le vende pure, con la collaborazione di un calzaturificio artigianale marchigiano che dà forma alle sue idee. Il modello sportivo “Pescara” è un omaggio alla città che l’artigiano ha lasciato nel 2014, ma anche un tributo all’Abruzzo, alle sue tradizioni, alla gente. È diventato virale il video in cui Ciccone promuove la sua nuova creazione con l’inconfondibile premessa «Quante cose té Pescara, te lu fiume, te lu mare…». Elogi anche alla vicina montagna, agli arrosticini e perfino un coro da stadio celebrando l’undici biancazzurro di cui è stato un ultrà. «Ho voluto fare un omaggio ai pescaresi – spiega lo stilista – dalla mia regione mi seguono in tanti, stanno acquistando le sneaker “Pescara” che riscuotono successo anche in altre regioni e all’estero. Sono comode, leggere, portano i colori della mia città, sono orgoglioso di tutti questi consensi». Il costo delle “Pescara” si aggira sui 280 euro, un prezzo che, secondo il produttore, esprime la qualità dell’articolo: «È l’unico prodotto di cui abbiamo effettuato il riassortimento – aggiunge Ciccone – perché, dopo il Covid, abbiamo scelto la politica di vendere solo le scorte in magazzino».
LA SVOLTA
Il coronavirus ha dato una svolta alla carriera di Matteo, rendendolo internazionale: «Al tempo della pandemia avevo due calzolerie, per continuare a lavorare ho spostato il rapporto con i clienti sui social e follower sono aumentati vertiginosamente, oggi ne ho oltre centomila, sono arrivate richieste dall’estero perché siamo stati riconosciuti come referenti di prodotti di qualità, abbiamo anche ottenuto da noti brand di moda l’esclusiva per le riparazioni. Abbiamo clienti in tutta Europa, negli Stati uniti, perfino da Hong Kong» gongola lui, che ha abbinato la sua attività al tema della sostenibilità: «In Italia siamo gli unici che, dopo l’acquisto di un paio di calzature, offrono manutenzione gratuita per un anno, l’assistenza può anche essere prolungata con un piccolo contributo del cliente, la nostra intenzione è comunque che l’articolo duri il più a lungo possibile evitando sprechi e acquisti inutili». Per affrontare l’aumento progressivo di lavoro e clienti, Ciccone ha reclutato gli amici ingegneri Stefano Ciampiconi ed Alberto Migani, coinquilini nel primo periodo milanese, ora soci e responsabili dell’attività gestionale e dei social media. Non sono gli unici, recenti innesti della ditta “Maestri Ciccone” dove una squadra di giovani calzolai cresce affiancando il titolare nell’attività quotidiana.
Matteo ammette con amarezza che a Pescara un’affermazione professionale di queste dimensioni sarebbe stata improbabile: «Fino al 2014 gestivo il laboratorio di famiglia in via Tavo – rivela – anche lì avevo voluto ingrandirmi producendo sandali in stile Positano che vendevo a 40 euro, i clienti si lamentavano che costavano troppo, non riconoscendo le materie prime e il lavoro. A Milano la mentalità è diversa e non dipende solo dal benessere. Qui c’è la consapevolezza che un articolo di qualità ha un certo costo e lo si paga senza battere ciglio. Adoro Pescara e ci torno spesso, è il luogo ideale per vivere ma, per il lavoro, non mi pento della scelta compiuta dieci anni fa».
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