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Ovunque andiamo per acquistare farmaci, servizi, pagare visite, tasse scolastiche, universitarie, piuttosto che abbonamenti ai trasporti e chi più ne ha più ne metta, contestualmente al denaro, spesso con esborsi consistenti, ci viene richiesto di fornire il codice fiscale.

DICHIARAZIONI PRECOMPILATE DISPONIBILI
Un’operazione che in questi giorni manifesta tutta la sua utilità. Sono infatti disponibili presso il portale dell’Agenzia delle Entrate le dichiarazioni dei redditi precompilate e semplificate degli italiani, con già caricate tutte queste spese detraibili: dati in possesso dell’Agenzia, oppure inviati dagli enti esterni, come datori di lavoro, farmacie, aziende sanitarie, università e banche.
In totale le informazioni trasmesse per la stagione 2024 (redditi 2023) sono circa un miliardo e 300 milioni.

LE SPESE DETRAIBILI
Nella top five delle spese detraibili caricate sulle nostre dichiarazioni svettano come sempre le spese sanitarie (oltre 1 miliardo di documenti fiscali), i premi assicurativi (98 milioni di dati), le certificazioni uniche di dipendenti e autonomi (75 milioni), i bonifici per ristrutturazioni (10 milioni) e gli interessi sui mutui (9 milioni).

Tra le novità di quest’anno, i dati relativi ai rimborsi per il “bonus vista”, quelli inviati dagli infermieri pediatrici e quelli relativi agli abbonamenti al trasporto pubblico locale.

Tutte voci che si aggiungono a quelle già presenti negli anni scorsi: contributi previdenziali, spese universitarie, per gli asili nido, per gli interventi di ristrutturazione, erogazioni liberali ecc.

Quindi tutte le spese da noi sostenute, che rientrano nella categoria delle spese detraibili, se correttamente comunicate da chi ha ricevuto i nostri pagamenti, fanno la loro comparsa e contribuiscono a calcolare l’esatto ammontare delle nostre imposte e delle nostre detrazioni.

I PASSAGGI NEL PORTALE

Teoricamente questo nuovo servizio è una sorta di “paradiso” per l’utente in grado di sollevarlo da grattacapi, dubbi, errori di compilazione, scontrini dimenticati o smarriti. Si entra nel portale e con pochi clic l’Agenzia delle Entrate ti guida e ti informa se è necessario versare altre imposte oppure, accade soprattutto per i lavoratori dipendenti e con figli a carico, di quanto sei a credito. E se ti va bene questo importo può anche essere una sorta di “tredicesima” fuori stagione.
Quindi una volta completato il rapido percorso, basta cliccare su «invia la dichiarazione» e il gioco è fatto. Tempo impiegato: pochi minuti.

ERRORI O DATI INCOMPLETI
Tutto bene? Non proprio. La teoria si scontra infatti con la pratica. E la pratica in questo caso vuol dire errori o, meglio, dati incompleti o non riportati. Già, perché è di questi giorni la notizia che ben 3 milioni di modelli 730 precompilati forniti dall’Agenzia delle Entrate sono risultati sbagliati, forse meglio dire, incompleti o da correggere. Che cosa è successo? Come noto l’Agenzia realizza il 730 precompilato raccogliendo le informazioni fiscali da più soggetti privati (come consulenti, datori di lavoro ecc.) e da enti pubblici (come ad esempio l’Inps). Ma capita che non abbia inserito tutti i dati relativi alla posizione del singolo, ad esempi nel 55% dei casi emersi l’errore ha riguardato il mancato riconoscimento delle detrazioni per i familiari a carico. Perché non era inserito il figlio tra i familiari. Oppure, altro caso ,l’Agenzia rileva anomalie nel riporto dei giorni di pensione e di lavoro dipendente, fondamentali per ottenere la relativa detrazione. Per fortuna tutte queste situazioni poco chiare sono segnalati in arancione con la formula “errore bloccante”, vale a dire che impedisce l’invio se non si apre e si provvedere ad inserire il dato richiesto, o a confermare quanto riportato Insomma un errore che va corretto direttamente dal contribuente.

NON FARSI PRENDERE DALLA FRENESIA
Quindi niente paura, il servizio è valido, ma molta, molta attenzione. L’importante è non farsi prendere dalla frenesia di inviare subito la dichiarazione, ma se si ritiene di avere competenze per fare da soli, procedere passo dopo passo, leggendo ogni messaggio, soprattutto quelli relativi alle correzioni da fare, o voci da integrare. Altrimenti è decisamente meglio recarsi dal proprio commercialista o rivolgersi al Caaf, munendosi di tutti i documenti necessari per la dichiarazione dei redditi. In questo modo sarà possibile incrociare i dati inseriti automaticamente dall’Agenzia delle Entrare con quelli in proprio possesso e correggere la dichiarazione. Solo a questo punto si potrà procedere con l’invio.

COME RICEVERE DIRETTAMENTE IL RIMBORSO
E c’è un’altra novità. Da quest’anno chi presenta il modello 730 prima di inviare la dichiarazione si potrà selezionare la voce “nessun sostituto” per chiedere di ricevere direttamente dall’Agenzia l’eventuale rimborso, anche in presenza di un datore di lavoro o ente pensionistico tenuto a effettuare i conguagli.
L’opzione è valida anche se dalla dichiarazione emerge un debito. In questo caso il contribuente che invia direttamente il modello potrà effettuare il pagamento tramite la stessa applicazione online: la procedura consente infatti di addebitare l’F24 sullo stesso Iban indicato per il rimborso. In alternativa, è anche possibile stampare l’F24 precompilato e procedere al pagamento con le modalità ordinarie.

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