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L’industriale emiliano Emanuele Orsini, imprenditore dell’edilizia in legno e dell’alimentare, è da oggi il nuovo presidente di Confindustria. Designato lo scorso 4 aprile dal consiglio generale, è stato eletto oggi, dall’assemblea privata di via dell’Astronomia, leader degli industriali per il quadriennio 2024-2028: guida il sistema di rappresentanza degli industriali, con oltre 150mila imprese associate con più di 5 milioni di dipendenti, ed un contributo del 34% al Pil.

Orsini eletto con il 99,5% dei voti validi

Orsini è il trentaduesimo presidente di Confindustria. E’ stato eletto dall’assemblea con il 99,5% dei voti validi. Il voto di oggi ricompatta così via dell’Astronomia dopo un clima difficile in campagna elettorale. Una percentuale così alta dei voti favorevoli in rapporto ai voti validi (il rapporto usato come termine di paragone con le precedenti elezioni) era stata raggiunta in passato da Emma Marcegaglia e da Luca Cordero di Montezemolo: in quei casi si era arrivati alla scadenza elettorale con un candidato unico e non, come per l’elezione di Orsini, dopo una accesa competizione tra più candidati.

«Confronto con tutti, Confindustria c’è»

Cosa può portare la presidenza di Confindustria di Emanuele Orsini? «Spero l’unità e il dialogo», sottolinea il neoletto leader degli industriali Emanuele Orsini. «Sediamoci con tutti, noi ci siamo». Orsini mette punti fermi con governo e sindacati: «No alle norme retroattive», «parlare di jobs act è una follia». Ma il messaggio che lancia dopo la sua elezione è: con il governo, con i sindacati, con tutti gli interlocutori serve «un sistema che non deve essere conflittuale ma deve avere una visione Paese. Quello che tutti devono avere in mente è una idea di crescita. Fatto questo, vinciamo tutti»

«Dialogo, identità e unità le parole chiave»

Le tre parole chiave, pilastri della gestione Confindustria 2024-2028 sono «dialogo, identità e unità». «Dialogo – spiega Orsini – perché abbiamo bisogno che Confindustria sia sempre più vicina» alle organizzazioni territoriali e alle associazioni. «Poi c’è l’identità, una sfida enorme: riuscire a far sentire parte del progetto anche l’ultimo associato entrato nell’associazione territoriale più piccola. Questo significa far diventare più grande Confindustria». Infine, «l’unità, che è un’esigenza dopo una campagna elettorale accesa». «Sono molto contento che il voto di oggi, con il 99,5% dei consensi, ha dimostrato che il nostro sistema è riuscito a ricompattarsi. Questo è fondamentale» aggiunge Orsini.

«Ci auguriamo prossima Commissione Ue metta al centro la crescita»

In conferenza stampa il neo-presidente spiega che «serve avere idee chiare per la politica industriale europea, una cultura non anti industriale». Per questo «ci auguriamo che la prossima Commissione europea metta al centro l’industria, la competitività e la crescita del paese». E aggiunge: «I capitoli che ci preoccupano a livello europeo sono quello del packaging e lo stop al 2035 per auto benzina diesel; non siamo d’accordo dobbiamo salvaguardare il know how dei nostri paesi».

 

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