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L’Aula della Camera ha approvato ieri la questione di fiducia posta dal Governo sul Dl Superbonus con 178 voti favorevoli e 102 contrari (4 gli astenuti). L’Assemblea procederà ora all’esame dei relativi ordini del giorno mentre il via libera definitivo al decreto legge che chiude, di fatto, la stagione dei bonus edilizi basati su cessione del credito e sconto in fattura, è attesa oggi. La spesa per lo Stato è arrivata a 160miliardi. Adesso partiranno i controlli. Sono tra le novità che figurano nel nuovo decreto. Si tratterà di monitoraggi effettivi e preventivi sulle detrazioni ma scatterà solo tra qualche settimana.

Di fatto con i controlli aumenterà la burocrazia. Arrivano però anche le sanzioni che sono salate: 10mila euro e in alcuni casi è anche prevista la decadenza delle agevolazioni.

Come funzionano i controlli

Le verifiche seguiranno attentamente ogni fase dei lavori: i progettisti, prima di iniziare i lavori e a ogni stato di avanzamento, dovranno dichiarare l’importo degli interventi effettuati nel 2024 fino all’entrata in vigore del decreto legge, e le spese previste per il resto dell’anno e per il prossimo, specificando la percentuale delle detrazioni fiscali applicabili. La sanzione per chi non rispetta queste disposizioni è molto severa, pari a 10 mila euro, e se la mancata comunicazione riguarda nuovi lavori, è prevista la decadenza delle agevolazioni fiscali.

La notifica dovrà essere inviata all’ENEA per gli interventi Ecobonus, integrando le informazioni già comunicate, e al Dipartimento Casa Italia per il Sismabonus, l’agevolazione per i lavori di consolidamento statico assorbita dal Superbonus, che finora non è mai stata monitorata.

Chi viene controllato

Nel mirino finiranno le opere che hanno beneficiato e che intendono beneficiare dei bonus edilizi. Non solo il Superbonus, anche il sismabonus ed ecobonus. A essere setacciate saranno le documentazioni presentate dagli studi professionali che seguono famiglie e condomini.

Il ruolo dei Comuni

Le amministrazioni locali avranno il potere di effettuare sopralluoghi nei cantieri del superbonus e al fine di verificare eventuali irregolarità. Ai Comuni andrà il 50% delle somme riscosse per irregolarità.

Come finanziare i lavori dopo la stretta sul Superbonus

Dallo scroso gennaio, il Supebonus è sceso al 70%. E’ questo il livello di agevolazione che garantisce oggi. Nel 2025 calerà al 65%. Il recente decreto ha stabilito che le detrazioni con la dichiarazione dei redditi potranno essere spalmate su un periodo di 10 anni e non più 4. Vuol dire che i contribuenti dovranno aspettare più del doppio di tempo per avere indietro i soldi. Tuttavia questo allungamento porta a una capienza fiscale che sarà più vantaggiosa. Dagli attuali cinque, è aumentata a dieci anni anche la detraibilità per il sismabonus e il bonus barriere.

Chi ha accesso oggi al Superbonus

Il Superbonus si applica agli interventi effettuati da condomìni, da persone fisiche, al di fuori dell’esercizio di attività di impresa, arte o professione, con riferimento agli interventi su edifici composti da 2 a 4 unità immobiliari distintamente accatastate, anche se posseduti da un unico proprietario o in comproprietà da più persone fisiche. Non c’è più lo sconto in fattura né la cessione di credito. Le spese andranno portate in detrazione.

Gli altri bonus disponibili

Interventi sono stati fatti anche su altri bonus edilizi. Dal 2028 al 2033, l’aliquota della detrazione per gli interventi di recupero edilizio e di riqualificazione energetica, il cosiddetto bonus casa, scenderà al 30%. Esso rimarrà al 50% con un tetto di spesa detraibile di 96mila euro nel 2024 e, salvo proroghe, scenderà al 36% con un tetto previsto di 48mila euro già dal 2025. Tra i bonus ci sono disponibili anche gli ecobonus e i sismabonus.

Niente più compensazioni per le banche

Dal prossimo anno le banche non potranno più compensare i crediti del Superbonus con debiti previdenziali o assistenziali e premi per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali. Gli istituti finanziari, le assicurazioni e gli intermediari che hanno acquisito crediti pagandoli meno del 75% del loro valore originario dovranno inoltre suddividere le rate in sei quote annuali: queste ultime non potranno essere né cedute, né ulteriormente ripartite. Di fatto, la misura va a colpire gli extra-profitti delle banche, già finiti nel mirino del governo e oggetto di un repentino dietrofront.

Bonus mobili

Un altro incentivo molto apprezzato era quello del bonus mobili. Che fine farà? Già quest’anno il massimale di spesa è sceso da 8mila a 5mila euro e non è detto che l’agevolazione verrà confermata così com’è. Con gli attuali chiari di luna è facile che i rubinetti in futuro si chiudano anche per questo tipo di agevolazione.

 

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