“Dopo le drammatiche inondazioni e allagamenti nel nord Italia e l’acuirsi dello sciame sismico dei Campi Flegrei, il Congresso nazionale dei geologi non potrebbe arrivare in un momento di maggior attenzione al tema della fragilità del nostro Paese” afferma il Segretario dell’Ordine dei Geologi delle Marche, Fabrizio Bendia.
“Parteciperemo al Congresso di Palermo dal 23 al 25 maggio e i temi che si affronteranno in questi giorni lasciano trasparire la profonda comprensione che il Consiglio nazionale ha delle necessità del nostro Paese: adattamento, pianificazione e gestione dei rischi naturali; nuove tecnologie per realizzare case e infrastrutture, transizione energetica, tutela di ambiente e paesaggio. Su queste priorità il nostro ordine regionale porterà a Palermo tutta la propria esperienza, allo scopo di arrivare a proposte concrete e in tempi rapidi: la presenza di esponenti del Governo è, in questo senso, un elemento che ci lascia ben sperare. In particolare, l’Ordine delle Marche sarà rappresentato dalla vice presidente Sara Prati, che partecipa a uno dei tavoli di lavoro sul sisma”.
“Come spesso accade – continua Fabrizio Bendia – vogliamo sottolineare l’importanza della prevenzione: nei giorni scorsi, a Napoli e nell’area dei Campi Flegrei, abbiamo assistito a scene di panico da parte della popolazione dopo la scossa di magnitudo 4.4. Una reazione certo comprensibile, anche perché frutto di una prolungata esposizione a scosse più o meno rilevanti negli scorsi mesi, ma che lascia anche pensare a una scarsa consapevolezza dell’elevato rischio sismico e vulcanico nel quale milioni di cittadini sono esposti non da oggi, ma da una vita. In questo c’è anche la responsabilità di chi dovrebbe informare, pianificare e condividere le informazioni con la popolazione. Un compito non facile, che evidentemente non è stato svolto a dovere”.
Il segretario dell’Ordine dei Geologi delle Marche spiega ancora: “Prevenzione significa soprattutto agire in tempi di “pace” per evitare di trovarsi in condizioni di emergenza. Nella nostra regione sappiamo bene cosa significa convivere sia con il rischio sismico che con quello idrogeologico. Dopo una primavera piuttosto piovosa, ci troviamo di fronte a un’estate in cui il rischio siccità è concreto. La distribuzione delle piogge è ormai sconvolta rispetto a pochi decenni fa; prenderne atto significa agire per la salvaguardia e lo stoccaggio della risorsa: bacini artificiali, invasi e anche siti sotterranei sono soluzioni a lungo termine che ci possono consentire di passare dalla continua emergenza alla gestione pianificata”.
“Altri due temi sui quali l’Ordine delle Marche darà il suo contributo nel Congresso nazionale – continua Bendia – sono la tutela del paesaggio e l’evoluzione della nostra professione. Quanto al primo, l’unicità del paesaggio italiano è proprio il risultato di lunghi processi geologici e geomorfologici: difenderne la bellezza fa parte dei nostri compiti. Far sì che la transizione ecologica conviva e rispetti il paesaggio sarà una delle sfide più importanti dei prossimi anni: troppo spesso assistiamo a colline e crinali deturpati da distese di pannelli fotovoltaici e pale eoliche. Trovare un equilibrio è possibile e come sempre mettiamo a disposizione delle istituzioni tutto il nostro patrimonio di conoscenze. Quanto all’evoluzione del nostro mestiere, le necessità imposte dal cambiamento climatico impongono competenze sempre nuove e un continuo aggiornamento. Pensiamo che il ruolo della ricerca e delle università sia cruciale: è essenziale attrarre nuovi studenti e formare i geologi del futuro, con corsi di studi che rispecchino le evidenze scientifiche emerse in questi ultimi anni”.
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