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Il fisco fa lo sconto sulle sanzioni. La riforma, che dovrebbe dire addio alle maxi-multe che arrivano al 240% dell’ammontare dovuto, arriva domani sul tavolo di Palazzo Chigi. A due giorni dall’avvio ufficiale del 730 pre-compilato, online sul sito dell’Agenzia delle Entrate. L’obiettivo dichiarato dell’esecutivo è quello di un sistema sanzionatorio più equilibrato ma anche in linea con gli altri paesi europei. Le novità non mancano. Per chi non presenta la dichiarazione dei redditi o dell’Irap oppure la dichiarazione del sostituto d’imposta, la multa sarà del 120%, la metà rispetto a quella prevista attualmente. Mentre per dichiarazione infedele, si passa dal 90-180% al 70%. In generale, le sanzioni amministrative saranno ridotte da un minimo del 20% fino a un massimo del 33%.

Regime fiscale meno duro anche per i commercianti: per l’omessa o tardiva trasmissione o con dati incompleti o non veritieri dei corrispettivi giornalieri le sanzioni non potranno superare i 1.000 euro, mentre l’omessa, incompleta o infedele comunicazione delle minusvalenze sarà punita con una sanzione massima di 30mila euro (anziché 50mila).

Qualche ritocco anche sul fronte delle sanzioni penali. Saranno adeguate agli indirizzi emersi dalla giurisprudenza le norme relative alla non punibilità con l’obiettivo di aiutare chi non può pagare le imposte per cause di forza maggiore e chi decide comunque di mettersi in regola, anche attraverso la rateizzazione, pagando l’intera imposta, le sanzioni (ridotte) e gli interessi. Si interviene, comunque, solo sull’omesso versamento e non sulla frode fiscale o sulla falsa fatturazione, in modo da dare tempo per un rientro dalla situazione di crisi di liquidità per le imprese che si trovano in una situazione di crisi.

Prevista, inoltre, un’ulteriore stretta sui crediti di imposta, dando maggiori certezze a quelli inesistenti e non spettanti, attraverso una loro più puntuale definizione. Una norma che dovrebbe avere un effetto anche sui bonus edilizi e, in particolare, sulla maxi-detrazione del 110% Le sanzioni tributarie riscosse ogni anno ammontano a circa 2,27 miliardi: il taglio delle multe, che vengono ridotte nel complesso di circa il 10%, si spiega nella Relazione Tecnica, avrà necessariamente un “effetto negativo” in termini di entrate da sanzioni; ma con multe più proporzionate, e di minore importo, si scommette su una maggiore adesione all’accertamento.

Il provvedimento che sarà varato da Palazzo Chigi recepisce anche alcune indicazioni date dalle commissioni parlamentari nei loro pareri. In particolare è in arrivo una revisione delle definizioni normative di crediti non spettanti e crediti inesistenti attraverso una loro “più puntuale distinzione”.

 

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