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Il Governo porrà oggi nell’Aula del Senato la questione di fiducia sul Dl superbonus. Lo ha preannunciato in Conferenza dei capigruppo il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, che ai giornalisti ha spiegato che verrà posta per accelerare i tempi di esame in vista della scadenza del Dl il 28 maggio. Per M5S, Pd e Avs viene invece posta per questioni politiche legate alle divisioni nella maggioranza. Oggi alle 15 inizierà l’esame in Aula con la discussione generale. Domani si svolgeranno le dichiarazioni di voto che inizieranno alle 8,30 con la chiama che prenderà il via intorno alle 10. Dopo il voto di Palazzo Madama, il Dl passerà all’esame della Camera.

Spalmadetrazioni in dieci anni. Taglio al bonus ristrutturazioni. Stop alle compensazioni per le banche. Sono alcune delle novità inserite nel testo del decreto superbonus con il via libera della commissione Finanze del Senato.

In dichiarazione bonus ripartiti in dieci anni

Le detrazioni relative a spese sostenute dal 2024 relative al superbonus, al bonus barriere architettoniche e al sismabonus (compreso il sismabonus acquisti) sono ripartite in dieci anni, anziché in quattro/cinque come oggi previsto. L’obbligo di ripartizione in dieci anni vale solo per l’utilizzo diretto in dichiarazione dei bonus e non riguarda l’utilizzo dei crediti d’imposta derivanti da cessione o da sconto in fattura. Ne consegue che le imprese che hanno acquisito i crediti, anche per effetto dello sconto in fattura, continueranno a utilizzarli in base all’attuale ripartizione in quattro rate, se relativi al superbonus e in cinque quote se connessi a interventi da sismabonus, sismabonus acquisti e bonus barriere architettoniche (anche se i crediti fanno riferimento a spese sostenute dal 1° gennaio 2024).

Strada a senso unico dopo la dichiarazione

Chi ha già portato una rata di bonus casa in detrazione avrà adesso davanti una strada a senso unico: non potrà più cedere le rate residue, ma dovrà far passare tutto dalla dichiarazione negli anni successivi. Lo stabilisce uno dei passaggi dell’emendamento presentato dal Governo e approvato dalla commissione Finanze del Senato. «Non è in ogni caso consentito l’esercizio dell’opzione» di cessione del credito e sconto in fattura «in relazione alle rate residue non ancora fruite delle detrazioni derivanti dalle spese per gli interventi» collegati ai bonus casa. La novità riguarda tutti i bonus cedibili. Quindi, non soltanto il superbonus, ma anche il bonus ristrutturazioni, l’ecobonus e il sismabonus.

Ristrutturazioni, il bonus scende al 36% dal 2025 e poi al 30% dal 2028 al 2033

Con l’emendamento approvato in commissione Finanze al Senato si materializza un taglio del bonus ristrutturazioni a partire dal 2028. Da quell’anno e fino al 2033 l’agevolazione non sarà più del 36% ma del 30. Bisogna ricordare, a questo proposito, che il bonus ristrutturazioni è strutturalmente finanziato al 36%: un importo che, a più riprese, è stato incrementato. Attualmente lo sconto è del 50% fino al 31 dicembre di quest’anno. Di per sé, quindi, la misura ha, per adesso, uno scarso impatto immediato. Appare, però, il primo segnale del taglio delle tax expenditures verso il quale sembra avviato il settore. È sempre più probabile, cioè, che la prossima legge di Bilancio non intervenga sullo sconto fiscale del 50%, assecondando il taglio già previsto dalla legge: in questo modo si passerebbe al 36% dal 2025 e, poi, al 30% dal 2028. Cambiano, in questo contesto, anche i tetti di spesa. Dall’attuale 96mila euro, a gennaio 2025 si passa alla metà: 48mila euro. Un limite che dovrebbe essere confermato dal 2028.

 

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