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Sono ormai trascorsi 4 anni dalla pubblicazione in Gazzetta
Ufficiale del Decreto Legge n. 34/2020 (Decreto Rilancio) che al
suo interno ha previsto l’ormai “famigerato” superbonus (art. 119)
e il meccanismo delle opzioni alternative (art. 121).

Superbonus e opzioni alternative: una storia senza fine

Ad oggi sono 36 i provvedimenti (tra Decreti Legge, Leggi di
conversione e Leggi di Bilancio) –  di cui 14 emanati
dall’attuale Governo in 569 giorni ovvero poco meno di 19 mesi –
che sono intervenuti a vario titolo sul binomio
“superbonus-cessione del credito”. A breve (entro il 28 maggio
2024) arriverà il 37esimo, probabilmente quello decisivo perché
metterà fine definitivamente al meccanismo delle opzioni
alternative ovvero lo strumento normativo che più di tutti aveva
incentivato l’utilizzo del superbonus e di tuti gli altri bonus
edilizi.

Quello che arriverà è anche un provvedimento che interverrà
anche sui cantieri in corso e che avrà un impatto retroattivo su
tutte le spese già sostenute nel 2024 che, relativamente al
superbonus, al bonus barriere architettoniche 75% e al sismabonus
ordinario/potenziato/acquisti, porterà gli anni di ripartizione a
10.

Superbonus in 10 anni: la critica degli Ingegneri

Molto critico è il commento del Consiglio Nazionale degli
Ingegneri che ha quantificato la detraibilità in dieci anni delle
spese per interventi del solo superbonus per un ammontare di
detrazioni pari a quasi 12 miliardi tra il 2024 e il 2025. Una
modifica normativa che, come rilevato dagli ingegneri, avrà un
certo impatto sui cittadini che hanno effettuato lavori nel corso
di quest’anno e che hanno maturato il diritto alla detrazione,
facendo saltare le loro pianificazioni fiscali creando dunque delle
difficoltà.

Il Consiglio Nazionale degli Ingegneri – scrivono in
una nota diffusa alla stampa – esprime il forte disappunto per
l’ennesima modifica alla norma che genera totale disorientamento in
tutti i cittadini e gli operatori interessati. Il Superbonus si è
ormai configurato come il provvedimento soggetto in assoluto al
maggior numero di modifiche, sin dal giorno in cui è stato varato.
Ogni giorno c’è una novità e questo crea in tutti i soggetti
coinvolti uno stato di agitazione permanente. Chiunque si trovi di
fronte alla necessità di fare un investimento, che sia un
proprietario di un immobile, un’impresa o un professionista, ha il
diritto di poter usufruire di meccanismi certi e duraturi nel
tempo, tali da consentire la programmazione delle spese. In questo
senso, questa ennesima svolta è inaccettabile
”.

Superbonus tra costi ed effetti positivi

“Il Consiglio Nazionale degli Ingegneri – continua la
nota – esprime una forte perplessità nei confronti delle cifre
relative al Superbonus, sovente sbandierate al fine di giustificare
gli interventi a tutela della finanza pubblica. Non si precisa mai
abbastanza, ad esempio, che le citate altisonanti spese a carico
dello Stato si riferiscono alla totalità dei Bonus e non al solo
Superbonus. Inoltre, non si dice mai che si tratta di cifre lorde,
alle quali andrebbero sottratte l’IVA e l’IRPEF versate su quegli
importi da proprietari di immobili ed operatori interessati. In
generale non vengono mai calcolati i ritorni, diretti e indiretti,
che la spesa per Superbonus ha generato in termini di crescita del
Pil, crescita dell’occupazione, crescita del gettito fiscale ed
emersione di attività in nero
”.

Al di là di ogni valutazione di merito di quello che è
stata l’esperienza del Superbonus
– concludono gli ingegneri –
come CNI gradiremmo che il Governo riferisse dati precisi e
certi su quella che è la reale spesa netta a carico dello Stato,
perché soltanto basandosi su dati inconfutabili si potrà rendere
concreta ogni possibile valutazione su come si potranno configurare
eventuali futuri bonus, a nostro avviso necessari per il
raggiungimento degli obiettivi fissati dalle recenti direttive
europee
”.



 

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