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Agevolazioni fiscali: cosa succede a chi dichiara la residenza in una casa in cui non vive.

Si può ottenere il bonus prima casa pur avendo la residenza altrove, purché nello stesso Comune. È anche possibile usufruire dell’esenzione Imu se non si è residenti nell’immobile oggetto del beneficio, ma solo se sussistono determinati requisiti richiesti dalla legge. Scopo di questo articolo è quindi chiarire se è possibile la prima casa con residenza altrove e quali sono le condizioni per ottenere le agevolazioni fiscali. Ma procediamo con ordine.

Cosa succede se non abito dove ho la residenza?

In linea generale, la legge impone di avere la residenza dove si vive abitualmente. Ad esempio, una persona non può dichiarare la residenza nella casa al mare o in quella dei genitori se la sua dimora abituale è situata altrove.

Dichiarare una residenza fittizia può avere diverse ripercussioni legali. Innanzitutto, il fatto di riferire all’ufficiale dell’anagrafe una bugia – ossia di essere residente lì dove non si vive – integra il reato di falso in atto pubblico.

Peraltro, le notifiche che non verranno ritirate al luogo della formale residenza si considereranno ugualmente perfezionate con il deposito alla Casa comunale (se eseguite dall’ufficiale giudiziario) o all’ufficio postale (se avvenute tramite postino).

Non in ultimo, una falsa residenza può comportare la perdita del beneficio dell’esenzione Imu. L’Imu infatti non è dovuto sulla cosiddetta “abitazione principale” che deve rispondere a due condizioni:

  • deve essere luogo di residenza del contribuente
  • e luogo di dimora abituale.

Difettando anche uno solo di tali requisiti, il Comune può esigere l’imposta non versata negli ultimi 5 anni.

Bonus prima casa: si può avere la residenza altrove?

All’atto dell’acquisto di un immobile, l’acquirente può ottenere una riduzione sostanziosa delle imposte da versare se l’abitazione è “prima casa”. In particolare, qualora il venditore sia una ditta, l’Iva passa dal 10% al 4%; se il venditore è un privato, l’imposta di registro scende dal 9% al 2%.

Per poter ottenere però il bonus prima casa è necessario:

  • non avere altre abitazioni nello stesso Comune;
  • non avere altre abitazioni, ovunque situate in Italia, acquistate con la stessa agevolazione fiscale (salvo derivanti da donazioni o successioni). In caso contrario però si ha un anno di tempo dal nuovo rogito per cedere l’immobile;
  • la casa non deve essere di lusso (A/1, A/8 o A/9);
  • l’acquirente deve avere la residenza nel Comune ove si trova il nuovo immobile o, in caso contrario, trasferirsela nei 18 mesi successivi al rogito.

In merito al requisito della residenza, la legge non impone che questa si trovi proprio all’indirizzo dell’abitazione acquistata. Può essere anche in un’altra via, purché nel medesimo Comune dell’immobile in questione. Questo fa sì che si possa usufruire del bonus prima casa anche per un appartamento da dare poi in affitto, a patto che si sia residenti nello stesso Comune.

Quindi, in questo caso, non perde l’agevolazione fiscale chi ha la residenza altrove rispetto alla prima casa purché nell’ambito del medesimo Comune.

Esenzione Imu sulla prima casa: si può avere la residenza altrove?

Abbiamo appena visto che si può avere il bonus prima casa con la residenza altrove. Ma cosa dice la legge invece quando si tratta di ottenere l’esenzione Imu? Qui le cose sono diverse. Difatti la normativa stabilisce che, per non versare l’Imu su quella che – tecnicamente – viene chiamata “abitazione principale” è necessario che sussistano due presupposti:

  • avere la residenza nell’immobile in questione;
  • viverci materialmente (oltre ovviamente al dato formale della residenza): in altri termini la casa deve essere adibita a “dimora abituale”.

Dunque di regola, chi ha la residenza altrove rispetto a dove vive, deve versare l’Imu su entrambi gli immobili. L’esenzione, infatti, spetta solo se sussistono i due requisiti appena visti.

Tuttavia, c’è un’eccezione che vale per le coppie sposate. Immaginiamo che sia il marito che la moglie abbiano un immobile di proprietà. Dovendo convivere, dovranno fissare la residenza e la dimora abituale in una delle due abitazioni. Ebbene, in questi casi la legge consente loro di scegliere su quale casa ottenere l’esenzione Imu, comunicandola al Comune. In tale ipotesi, quindi, si può avere l’agevolazione fiscale può avendo la residenza altrove.

Facciamo un esempio.

Lucio è proprietario di un appartamento in via Bianchi. Giovanna è proprietaria di un appartamento in via Rossi. Entrambi vivono in via Bianchi. Tuttavia, poiché l’abitazione in via Rossi è più grande (e dunque sconterebbe un’imposta superiore), decidono di eleggere “prima casa” quest’ultimo immobile. Possono farlo: la legge glielo consente. Ecco quindi un caso in cui è possibile avere l’agevolazione fiscale pur avendo la residenza altrove.

Nell’esempio precedente, potrebbe anche avvenire che sia Lucio che Giovanna usufruiscano entrambi dell’esenzione Imu, a patto però che vivano e risiedano ciascuno nel proprio immobile, come spesso succede alle coppie che devono fisicamente vivere lontane per ragioni di lavoro.

Nel caso infatti di coniugi con una casa a testa, che risiedano e dimorino ciascuno nella propria abitazione, è possibile ottenere per entrambi gli immobili l’esenzione Imu.

 

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