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Lo scorso 12 aprile l’amministrazione comunale ha ufficializzato il primo tavolo Tecnico del turismo, con la premessa che ogni mese gli addetti ai lavori, le associazioni di categoria e gli stakeholder avrebbero dovuto riunirsi per organizzare e monitorare l’andamento del settore. Incontro in cui sono state sollevate alcune perplessità riguardo i servizi (come la tassa di soggiorno), i collegamenti e le infrastrutture che, oggettivamente, nel Tarantino sono ancora carenti e influiscono negativamente sull’andamento del comparto. È ancora per la mancanza di questi fattori che la città ionica, rispetto gli altri capoluoghi pugliesi, non è ancora riuscita a ritagliarsi una sostanziale fetta nel settore turistico? Al netto di tutte le questioni storiche, politiche, sociali e culturali della provincia che meriterebbero approfondimenti più accurati, abbiamo voluto sviscerare l’attualità dell’argomento, contattando alcuni titolari di strutture ricettive. Addetti ai lavori che possiedono strutture, nei comparti 1 (zona compresa da Via Leonida sino al ponte Sant’Eligio) e 5 (da Via Leonida a Via Ancona), che si stanno preparando in vista della nuova stagione.

Le riflessioni dei titolari

Giuseppe è il giovane titolare tarantino di affittacamere, B&B Nonna Maria, nei pressi di Piazza Ramellini e di altri Bed and Breakfast nel borgo. Racconta che gli utenti, in media, si trattengono massimo 3 o 4 notti perché spesso utilizzano Taranto come meta di appoggio tra il Salento e la Lucania. Quest’anno, riferisce, che c’è stato un lieve calo delle richieste di pernottamento per i mesi di luglio e agosto: “Mi occupo personalmente – spiega il titolare – di ogni dettaglio: dall’accoglienza degli utenti, alla segnalazione dei vari percorsi e attività culturali, come le visite guidate agli ipogei o al Museo MArTA, fino alla prenotazione dei taxi per gli spostamenti fuori città. Quest’ultimi sono servizi extra che offriamo gratuitamente. Motivo per cui, com’è capitato di recente, quando un turista ci riconosce cordialità e disponibilità, siamo orgogliosi”.

Giuseppe è molto innamorato della sua città e ogni qual volta un turista si presenta nella sua struttura cerca di accoglierlo al meglio: “Al di là del ritorno di immagine personale – continua –  ci interessa soprattutto che Taranto venga conosciuta per quella che è realmente: una città bellissima ma anche accogliente e sicura. Se, in primis, il cambio di mentalità partisse ancor prima dai cittadini, anche i visitatori potrebbero carpire il cambiamento. È una questione di approccio”.

E a proposito di cambiamento, se la città fosse adeguatamente collegata con le altre provincie potrebbe certamente giovarsene. Di fatti, come racconta Giuseppe, chi alloggia nei pressi del borgo riesce a spostarsi più facilmente nelle vicinanze, diversamente, è più complicato giungere o allontanarsi dalla città: “Rispetto ai capoluoghi – spiega Giuseppe – non abbiamo grossi problemi di traffico e credo che sia i mezzi pubblici sia privati, che invitiamo a utilizzare, funzionino. Il problema è a monte, quando gli ospiti arrivano da Bari o Brindisi, perché quei pochi collegamenti che ci sono non funzionano sempre al meglio, per cui cerchiamo di aiutarli” conclude, con un po’ di amarezza.

“Tassa di soggiorno? Inutile!”

Proseguendo verso il borgo, tra le numerose strutture, in via Oberdan ci sono gli appartamenti di Amanda’s Dream gestiti dall’omonima titolare e suo marito. La struttura è composta, per scelta aziendale, da tre appartamenti di cui gli utenti usufruiscono minimo una settimana: “Taranto – racconta Amanda – non è ancora una città inserita nei circuiti turistici, piuttosto viene utilizzata come base per visitare il Salento, perché i prezzi sono inferiori rispetto la media. Per quanto ci riguarda, niente chiavi lasciate in cassetta o porte automatizzate: i nostri ospiti devono sentirsi a proprio agio, attraverso le nostre premure”.

Non solo cultura e gastronomia, Amanda suggerisce ai turisti di vivere anche esperienze immersive nella natura, come percorsi di trekking nelle zone rurali quali Martina Franca e Grottaglie, organizzate dalla loro associazione. “Nel borgo – prosegue Amanda –ogni tot vengono organizzati eventi e di certo non ci si annoia. Tuttavia, crediamo non basti perché il territorio va conosciuto nella sua interezza”. Iniziative lodevoli di cui si avvalgono del supporto delle associazioni e a cui i turisti possono partecipare se affittano i mezzi o si spostano con quelli extraurbani. Tuttavia, si tratta di circostanze non spesso agevoli, dal momento in cui si ripresenta il solito problema: gli scarsi collegamenti.

Questa l’opinione di Amanda di come dovrebbe essere la città a misura di turista: “Dagli aeroporti alla città, o viceversa, le navette sono quasi introvabili. Oppure, capita che i turisti che si muovano con le auto a noleggio che, peraltro, non sanno dove parcheggiare. Il taxi, invece, è il mezzo più costoso che non tutti possono permettersi”. Queste le richieste di Amanda: “Non chiediamo miracoli, piuttosto iniziative concrete come l’incremento di autobus urbani, a esempio, dalla stazione centrale disponibili ogni ora per l’aeroporto. Oppure navette riservate ai turisti, residenti in città, per spostarsi sul litorale. Perché i soldi della tassa di soggiorno non si spendono in questo modo? Così com’è stata predisposta risulta inefficiente e dispendiosa”.

SOS Città Vecchia: “È inabitabile!”

Nonostante gli atavici problemi infrastrutturali, nei pressi del borgo i turisti godono dei servizi essenziali e respirano gran parte della storia e della cultura tarantina. Oltre il ponte, però, la situazione sull’Isola cambia. Dei problemi e le criticità persistenti in Città Vecchia, oltre via Duomo, non è la prima volta che vengono riportati all’interno di molti articoli e stavolta a segnalarceli è Ernesto, il titolare del B&B Le Finestre sul Mare: “Diversi anni fa – racconta – ho scelto di vivere sull’Isola per apportarle un contributo. E oggi, da padre, non lo rifarei. Come si può parlare di vocazione turistica se una parte della comunità non possiede spazi verdi urbani, non dispone di servizi essenziali come i supermercati e l’acqua, che va via alle cinque di pomeriggio? Prosegue Ernesto: “Non ci sono controlli e le strade sono sporche. Il problema dei collegamenti col resto della città, a confronto, sono solo un piccolo problema. Qui non funziona niente, questa è una comunità abbandonata a sé stessa”.

Ernesto spiega che non è facile mantenere un’attività come la sua in un territorio che generalmente è poco frequentato e per giunta senza l’apporto delle istituzioni, sia locali che regionali: “In Città vecchia non c’è turismo perché qui la gente si ferma massimo 3 o 4 giorni o torna a dormire sulle navi da crociera. E le istituzioni, in tutto ciò, dove sono? Al netto dei vari slogan, non usufruiamo di agevolazioni. E per quanto mi riguarda, credo che il bando Case a 1 euro di certo non risolva il problema dell’emergenza abitativa”.

Se potesse tornare indietro, Ernesto crescerebbe i suoi figli altrove: “Io sono qui per dare un contributo alla città ma per cosa? Per cosa mi sono immolato? Ne vale realmente il prezzo? Onestamente, preferisco qualche turista in meno ma vivere meglio”.

 

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