diRedazione Veneto
Un evento a Villa Ottoboni con esperti e imprenditori: «Governance aziendale e strategie per le imprese familiari a Nordest»
Interrogato tramite questionario dal Cuoa, la business school di Altavilla Vicentina, un significativo campione di imprenditori nordestini, impegnati nelle rispettive aziende di famiglia, ha dato una risposta che, probabilmente per la prima volta in questo genere di survey, emerge in modo così netto: richiesti di esprimersi su quali competenze ritenessero necessario essere maggiormente formati, al primo posto gli intervistati hanno messo il tema della governance aziendale. Subito dopo nella graduatoria delle risposte, è venuto – saldamente interconnesso alla prima questione – il tema sempreverde di una efficace successione familiare alla guida dell’impresa.
Il filo conduttore
Nasce da questi spunti, evidentemente al centro dei pensieri di molti uomini d’impresa, l’idea di discuterne a più voci all’interno di un evento ad hoc, ideato da Corriere Imprese Nordest, in partnership con Cortellazzo&Soatto e Banco BPM, la collaborazione di Confindustria Veneto Est, Camera di Commercio di Padova, Venicepromex e la collaborazione scientifica di Aidaf (Associazione italiana delle aziende familiari) e Cuoa. L’appuntamento è in programma per giovedì 23 maggio a partire dalle ore 18, nel centro congressi di Villa Ottoboni a Padova, e avrà come filo conduttore «Nuove competenze e governance aziendale – strategie di futuro per le imprese familiari a Nordest» (per iscrizioni, inquadrare il QR code riprodotto in questa pagina).
Come aprirla a contributi esterni
Quando si parla di governance aziendale, la prima preoccupazione degli imprenditori è indubbiamente come organizzarla efficacemente ma anche – altro elemento di novità rispetto a un recente passato – come aprirla a contributi esterni, per esempio attraverso la nomina di consiglieri indipendenti, che arricchiscano e estendano le conoscenze di chi è chiamato a dettare le strategie dell’impresa. Un elemento che sta emergendo con forza, insomma, è la necessità, percepita come tale da numerosi capitani d’azienda, di organizzare l’attività imprenditoriale passando da una leadership strettamente individuale – modalità così tipica di tanti fondatori di prima generazione – a una guida più condivisa e collettiva, attraverso il contributo di competenze che ciascun soggetto coinvolto può apportare. Anche provenendo dall’esterno, rispetto alla proprietà familiare dell’impresa.
La successione
Quanto al tema della successione nelle aziende familiari, l’attenzione va sì al fatidico passaggio di testimone tra generazioni ma anche a come e cosa fare quando gli eredi, per diverse ragioni, non ci sono oppure hanno deciso di non impegnarsi in azienda. Un’eventualità, quest’ultima, che va aumentando di frequenza. Nel corso dell’evento di giovedì 23, ne parleranno nel corso di un dialogo iniziale il professor Paolo Gubitta, ordinario di organizzazione aziendale all’Università di Padova, e Giovanna Gregori, consigliera delegata di Aidaf, a confronto sui contenuti della survey del Cuoa e sulle esigenze delle imprese familiari, come punto di partenza per ragionare sull’evoluzione della governance aziendale e del passaggio di testimone generazionale.
Il consigliere indipendente
Seguirà una sorta di «intervista tripla» sul ruolo e la figura del consigliere indipendente: protagonisti saranno Francesco Zanotto, professionista di Cortellazzo&Soatto, a confronto con il capo azienda (Riccardo Agugiaro) e il direttore generale (Edoardo Vernetti Prot) dell’impresa di cui è consigliere indipendente, la Agugiaro&Figna molini di Curtarolo (Padova). Nella tavola rotonda conclusiva, infine, si confronteranno sul tema centrale e sugli spunti emersi dalla discussione, due uomini d’impresa che hanno aperto la loro governance a contributi esterni – Roberto Pavin, CFO di Sirmax e Pietro Geremia, amministratore delegato di San Marco Group -, una voce del mondo del credito, Leonardo Rigo dg di Banca Aletti (gruppo Banco BPM) e Stefania Piredda, managing partner di Onexecutive, che porterà la sua esperienza diretta a proposito delle skill e delle caratteristiche che vengono richieste dalle aziende a queste figure. La prima delle quali va sotto la definizione di «mindset sistemico», ovvero la capacità mettere la propria storia e la propria esperienza al servizio dell’impresa, rispettandone valori, cultura aziendale e principi fondanti.
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