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L’Agenzia delle Entrate ha fornito le indicazioni sui fringe benefit 2024 e sulla loro gestione da parte dei datori di lavoro.

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di Pierpaolo Molinengo – 12 Marzo 2024


Welfare aziendale, fringe benefit ed altre misure al centro delle ultime indicazioni fornite dall’Agenzia delle Entrate. Che ha fatto il punto della situazione sulle novità che sono state introdotte dalla Legge n. 213/2023 (meglio nota come Legge di Bilancio 2024) e dal Decreto Legge n. 145/2023 (ossia il Decreto Anticipi).

Attraverso la circolare n. 5/E del 7 marzo 2024, l’AdE ha fornito le indicazioni relative alla tassazione per il 2024 dei fringe benefit, la Detassazione dei premi di risultato, del trattamento integrativo speciale per i lavoratori del settore turistico, ricettivo e termale. Ma non solo: sono state fornite delle indicazioni sulle norme relative al riscatto ai fini previdenziali dei periodi che non risultano essere coperti dalla retribuzioni.

Welfare aziendale: le novità del 2024

La circolare dell’Agenzia delle Entrate, sostanzialmente, ha passato in rassegna alcune novità introdotte quest’anno sul welfare aziendale. In deroga all’articolo 51 del TUIR, la Legge di Bilancio 2024 ha stabilito che non concorrono al reddito di lavoro dipendente, entro il limite dei 1.000 euro, i beni, i servizi e le somme erogate o rimborsate ai lavoratori. Per quanti hanno dei figli a carico questo tetto sale a 2.000 euro.

Tra i fringe benefit previsti non vi rientrano unicamente le somme erogate per il pagamento delle utenze domestiche, come luce, acqua e gas. Ma quelle relative all’affitto o agli interessi sui mutui dell’abitazione principale del lavoratore. L’agevolazione spetta anche quando il contratto – di affitto o di mutuo – risulta essere intestato al coniuge o ad un altro familiare del dipendente.

L’Agenzia delle Entrate, inoltre, ha fornito dei chiarimenti relativi alle modalità attraverso le quali determinare il compenso in natura in caso di prestiti che sono stati concessi al lavoratore. Ed ha prestato particolare attenzione al tasso ufficiale di riferimento (Tur) e sulla riduzione dell’aliquota dell’imposta sostitutiva sui premi di risultato dal 10 al 5%.

Cosa si intende per welfare aziendale

Per arrivare ad una definizione di welfare aziendale occorre partire dal significato di questo termine.

La parola welfare deriva «dalla locuzione verbale (to) fare well «passarsela bene, andare bene», ed è un’espressione equivalente all’italiano benessere. Con il termine “welfare” si intende la moltitudine di azioni azioni, beni e servizi che vengono attivati per promuovere il benessere delle persone.

Se le azioni arrivano dallo Stato si riconducono al Welfare State, ovvero le politiche pubbliche messe in atto da uno Stato per garantire l’assistenza e il benessere del cittadino. Se le misure giungono dal datore di lavoro si parla di welfare aziendale.

Fringe benefit 2024

Tra le novità che riguardano il welfare aziendale, senza dubbio, ci sono quelle relative i fringe benefit che il datore di lavoro eroga ai dipendenti esentasse.

Tra questi rientrano i rimborsi per le utenze domestiche, oltre all’affitto e agli interessi sul mutuo della prima casa. Ricordiamo i fringe benefit sono i beni ed i servizi che il datore di lavoro eroga ai dipendenti e il limite esentasse è fissato ordinariamente in 258,23 euro.

Per il 2024 è stato innalzato a 1.000 euro, con un ulteriore innalzamento a 2.000 euro per i dipendenti con dei figli a carico.

Come funziona il trattamento integrativo speciale

Vediamo quali altre novità sono previste sul welfare aziendale. La Legge di Bilancio 2024 – nel tentativo di sostenere il settore turistico, ricettivo e termale – ha provveduto a riconoscere un trattamento integrativo speciale pari al 15%, che non concorre alla formazione del reddito. La misura è destinata ai lavoratori degli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande e per quelli del comparto del turismo.

Nello specifico, la misura si riferisce alle prestazioni che vengono rese nel periodo compreso tra il 1° gennaio ed il 30 giugno 2024. Vi possono accedere i lavoratori dipendenti con dei redditi inferiori a 40.000 euro nel periodo d’imposta 2023.

L’agevolazione viene calcolata sulla base della retribuzione lorda che viene corrisposta per il lavoro straordinario svolto nei giorni festivi o nel periodo notturno. A partire dalla prima retribuzione utile – e comunque vada non oltre il termine di conguaglio delle operazioni di fine anno – in qualità di sostituto d’imposta, il datore di lavoro eroga il trattamento integrativo speciale. Dovrà poi indicare l’importo all’interno della certificazione unica del dipendente per il periodo d’imposta 2024.

Riscatto dei periodi non coperti da retribuzione

La circolare sul welfare aziendale si sofferma anche a fare il punto sulle nuove misure in materia di riscatto ai fini previdenziali di eventuali periodi che non sono stati coperti da retribuzione.

Per il biennio 2024/2025 è stata introdotta una misura sperimentale attraverso la quale gli iscritti alle gestioni amministrate dall’Inps – che non risultino essere titolari di pensione e siano privi di anzianità contributiva al 31 dicembre 1995 – hanno la possibilità di riscattare i periodi precedenti all’entrata in vigore della Legge di Bilancio. Nello specifico ci si riferisce agli anni compresi tra il primo e l’ultimo contributo ufficialmente accreditato.

La circolare chiarisce che sono state previste alcune specifiche condizioni per l’applicazione: i periodi riscattabili non possono superare i cinque anni anche se non continuativi.

 

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