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La rubrica a cura di Confedilizia Messina

A cura di Confedilizia Messina

L’Inps in rosso si permette di non sfruttare 16mila proprietà su 26mila Se la presenza di case popolari vuote, cioè non assegnate, desta comprensibilmente scalpore e indignazione in un periodo in cui si parla di “emergenza abitativa”, ugualmente scan dalosa è la negligenza di un organismo come l’Inps. L’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale riesce a quadrare i propri conti a fatica, solo con corpose iniezioni di fondi statali, più di 169 miliardi secondo il bilancio preventivo per il 2024. Senza questi le entrate provenienti dai contributi, 247,6 miliardi, non basterebbero neanche per il solo pagamento delle pensioni, che costano 323,5 miliardi. Anche per questo le regole sul ritiro dal lavoro diventano sempre più rigide e l’età del pensionamento slitta in avanti. Eppure l’Inps si concede il lusso di non mettere pienamente a frutto l’ingente patrimonio che ha a disposizione e che, sempre secondo il suo bilancio previsionale, comprende un miliardo e 526 milioni di immobili da reddito. Nel report annuale del 2023, infatti, vi è un lunghissimo elenco di proprietà che semplicemente non vengono utilizzate dall’Inps per le proprie attività e non vengono neanche affittate ad altri, per esempio ai privati. Sono circa 16 mila su 26 mila totali. Non solo abitazioni, anche terreni, alberghi, negozi, uffici, cantine e persino ospedali Basti pensare che il report che elenca una a una tutte le proprietà dell’Inps è lungo 1.021 pagine. Copre quasi tutte le province del Paese e le tipologie catastali. Ci sono terreni anche di più di diecimila metri quadri, nella sola Roma a Val Melaina una serie di particelle registrate come terreno agricolo sono ampie più di 30mila metri quadri e sono segnalate come non utilizzate. Moltissimi i magazzini non sfruttati, spesso accanto le sedi locali dell’Inps, e poi i locali commerciali, ampi anche più di 100 mq e in zone piuttosto appetibili, come via Pacini a Milano, non lontano dalla stazione di Lambrate. A essere più spesso lasciati inutilizzati sono anche cantine, soffitte, rimesse e garage, sia in Comuni piccoli che in quelli grandi, dove pure la domanda è maggiore. Spesso sono piccolissimi, di pochi metri quadri, ma lo stesso non si può dire degli uffici, 1.437 contando tutte le sub particelle con questa categorizzazione, una porzione delle quali non è affittata né usata direttamente. Come, per esempio, 137 metri quadri nella centralissima Piazza Adriana, dietro Castel Sant’Angelo, a Roma. A Messina e a San Marcello Piteglio (Pistoia) ci sono addirittura due alberghi lasciati a sé stessi, mentre a Catanzaro e a Napoli anche due proprietà registrate come ospedali o case di cura, che non sono utilizzati, però, né a questo scopo né per nessun altro. Mediazione e diritto alla provvigione “Al fine di riconoscere al mediatore il diritto alla provvigione, l’affare deve ritenersi concluso quando, tra le parti poste in relazione dal mediatore medesimo, si sia costituito un vincolo giuridico che abiliti ciascuna di esse ad agire per l’esecuzione specifica del negozio, nelle forme di cui all’art. 2932 cod. civ., ovvero per il risarcimento del danno derivante dal mancato conseguimento del risultato utile del negozio programmato. Va, invece, escluso il diritto alla provvigione qualora tra le parti non sia stato concluso un «affare» in senso economico-giuridico, ma si sia soltanto costituito un vincolo idoneo a regolare le successive articolazioni del procedimento formativo dello stesso, come nel caso in cui sia stato stipulato un patto di opzione, idoneo a vincolare una parte soltanto, ovvero un cd. «preliminare di preliminare», costituente un contratto ad effetti esclusivamente obbligatori non assistito dall’esecuzione in forma specifica ex art. 2932 cod. civ., in caso di inadempimento. Tale ultimo negozio, pur essendo di per sé stesso valido ed efficace, ove sia configurabile un interesse delle parti meritevole di tutela alla formazione progressiva del contratto fondata sulla differenziazione dei contenuti negoziali delle varie fasi in cui si articola il procedimento formativo, non legittima, tuttavia, la parte non inadempiente ad esercitare gli strumenti di tutela finalizzati a realizzare, in forma specifica o per equivalente, l’oggetto finale del progetto negoziale abortito, ma soltanto ad invocare la responsabilità contrattuale della parte inadempiente per il risarcimento dell’autonomo danno derivante dalla violazione, contraria a buona fede, della specifica obbligazione endoprocedimentale contenuta nell’accordo interlocutorio”. Così la Cassazione, con ordinanza n. 28879 del 5.10.2022. Bonus acqua potabile 2023: determinata la percentuale Con provvedimento del 22.3.2024, l’Agenzia delle entrate ha determinato la percentuale del credito d’imposta effettivamente fruibile per l’acquisto e l’installazione di sistemi di filtraggio, mineralizzazione, raffreddamento e addizione di anidride carbonica alimentare E290, per il miglioramento qualitativo delle acque destinate al consumo umano erogate da acquedotti, di cui all’art. 1, commi da 1087 a 1089, della l. 30.12.2020, n. 178 (cd. bonus acqua potabile). La percentuale in questione – per le spese sostenute nell’anno 2023 – è pari al 6,45% e cioè la più bassa in assoluto finora (infatti per il 2021 tale percentuale è stata pari al 30,3745% mentre per il 2022 è stata pari al 17,9005%). Di conseguenza, l’ammontare massimo del credito d’imposta fruibile da ciascun beneficiario è pari al credito risultante dall’ultima comunicazione validamente presentata ai sensi del provvedimento delle Entrate del 16.6.2021, in assenza di rinuncia, moltiplicato per la percentuale anzidetta, troncando il risultato all’unità di euro. Ciascun beneficiario può visualizzare il credito d’imposta fruibile tramite il proprio cassetto fiscale accessibile dall’area riservata del sito Internet dell’Agenzia delle entrate. Procedimento per convalida di sfratto: può proporre opposizione la moglie del conduttore? Nel procedimento per convalida di licenza per finita locazione, notificata al conduttore, la moglie di questi non è legittimata a proporre opposizione (cfr. in punto la datata Pretura Sorrento, 03/06/1978). È valida la delibera di realizzazione del cappotto termico che riduce balconi e terrazzi? È nulla, per lesione del diritto di proprietà dei condòmini, la delibera che approva la realizzazione di un cappotto termico nell’edificio condominiale che determina una riduzione della superficie utile, o del piano di calpestìo dei balconi e dei terrazzi di alcuni proprietari (Tribunale Roma sez. V, 16/12/2020, n. 17997). (da Confedilizia Notizie)–La SegreteriaCONFEDILIZIA MESSINA – ISCRIVITIVia dei Mille, n. 192 – 98123 Messina – Tel/Fax: 090/2408533 – – Skype: confediliziamessinawww.confediliziamessina.itSeguici su FACEBOOKLa CONFEDILIZIA (Confederazione Italiana Proprietà Edilizia) è un’Associazione, articolata sull’intero territorio nazionale in oltre 200 sedi, cui aderiscono proprietari (anche della sola casa di abitazione), condominii, condòmini singoli e investitori istituzionali quali compagnie di assicurazione, banche, casse pensioni, istituti previdenziali e società immobiliari di rilevanza nazionale.Il presente messaggio di posta elettronica è ad esclusivo utilizzo del destinatario indicato in indirizzo e gli eventuali documenti allegati potrebbero avere carattere riservato. 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