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Bernabò Bocca

Bufera sulla tassa di soggiorno che gli alberghi riscuotono direttamente dai clienti. Ossia gli albergatori che fanno da bancomat per le amministrazioni. Quanti soldi? Tanti: quasi 900 milioni di euro stimati nel solo 2024. Il messaggio dell’assemblea nazionale di Federalberghi, indirizzato al governo e ai sindaci è sostanzialmente questo.

“Gli hotel – ha sottolineato il presidente di Federalberghi Bernabò Bocca – non possono continuare a essere visti come un bancomat, ogni volta che c’è bisogno di soldi si alza la tassa di soggiorno. Meglio pensare, come a New York, a una City Tax”.

Secondo Bocca nella spesa del turista “l’albergo non incide mai più del 27%, se c’è da pagare un contributo a nostro giudizio non deve essere sborsato solamente dall’albergo o dal turista che soggiorna nell’albergo, ma deve essere pagato da tutte le attività economiche che beneficiano del turismo (ristoranti, negozi etc)”.

“A New York – ha continuato il presidente – c’è una City Tax nei ristoranti, nei negozi, nei bar e negli alberghi e quindi il concetto è ‘pagare tutti per pagare meno’. È certo più semplice, ma meno equo andarla a prendere negli alberghi. La City Tax invece devono pagarla tutte le attività che beneficiano del turismo. Su 100 euro di spesa del turista, chi ne beneficia? L’albergo per il 27%, quindi rimane un 63% che devono pagare anche gli altri”.

Bocca ha citato anche il fatto che l’Anci sta spingendo ancora per incrementare in qualche modo l’introito della tassa di soggiorno. “Già nella legge di bilancio c’è l’aumento di 2 euro in tutti i comuni d’Italia in occasione del Giubileo. E non si capisce perché, visto che si svolgerà a Roma. Quello che dico è che pensano che l’imposta la paghi il turista e dimenticano invece che i prezzi degli alberghi sono prezzi tutto compreso, per cui l’aumento della tassa di soggiorno è come se fosse un aumento di Iva, cioè un incremento del prezzo dell’albergo”.

Il presidente di Federalberghi ha invece espresso il suo favore alle scelte fatte a Venezia: “Siamo molto a favore del biglietto d’ingresso nella città perché parliamo di turisti che non lasciano nulla al territorio. Per noi le città d’arte sono musei a cielo aperto e quindi non è giusto che paghi solamente chi soggiorna nell’albergo con la tassa di soggiorno, ma anche chi le visita portandosi dietro il panino e restando un solo giorno. È come la tassa di sbarco a Capri”.

Per il 2024 negli incassi della tassa di soggiorno – secondo l’Osservatorio nazionale di Jfc – è previsto un incremento del +7,2% del gettito, che arriverà a 846 milioni di euro. A Venezia, grazie al nuovo contributo d’accesso varato per 29 giornate, è stimato un incasso di 4 milioni 800mila euro. Jfc ha reso noto anche il consuntivo finale del 2023: l’incasso finale è stato pari a 790 milioni con un significativo +25,7% rispetto agli introiti del 2022.

Tra le città d’arte, quelle che hanno avuto i maggiori incrementi sono state Firenze (69,7 milioni e un +64,1%), Roma (181 milioni stimati con +36,7%) e Napoli (17 milioni di incasso, +33,2%). La località balneare che ha incassato di più è stata Rimini ( quasi 11 milioni), seguita da Sorrento (7 milioni) e Jesolo (5,7 milioni); tra quelle termali Abano Terme incassa oltre 3 milioni, Merano 2,3 milioni e Ischia poco meno di 2 milioni. Per laghi e montagna: Peschiera del Garda incassa circa 2,7 milioni, seguita da Lazise e Como (2,2 milioni) mentre Castelrotto incassa ben 3,5 milioni, Selva di Val Gardena 2,5 milioni e Cortina d’Ampezzo 2,3 milioni di euro.

“Infine – calcola ancora Jfc – con l’applicazione della Finanziaria 2024, se Airbnb rispondesse in toto alla disposizione normativa si potrebbero incassare, solo da questa piattaforma, ben 167,6 milioni di euro”.


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