di M.R.
Porta la firma della deputata di Sinistra Italiana Elisabetta Piccolotti, l’interrogazione rivolta ai ministri Imprese e Made in Italy e Lavoro e Politiche sociali, relativamente ai ritardi nella stipula dell’accordo di programma Arvedi-Ast, recentemente evidenziati da Umbria24.
Acciaieria di Terni L’iniziativa politica prende le mosse dal fatto che il gruppo Arvedi, proprietario dal 2022 dello stabilimento siderurgico Ast di Terni, ha sempre sostenuto che per la presentazione di un piano industriale di rilancio fosse indispensabile la definizione di un accordo di programma con il Governo nazionale e con le istituzioni territoriali che prevedesse agevolazioni pubbliche per la transizione ecologica ed energetica, la decarbonizzazione delle produzioni e l’economia circolare, da aggiungere alle risorse proprie per investimenti di ammodernamento impiantistico, tutela dell’ambiente ed efficientamento energetico.
Gli annunci Come noto, la stipula dell’accordo di programma è stata più volte annunciata ma mai concretizzata e anche i contenuti dello stesso sono di fatto ignoti, tanto alle organizzazioni sindacali quanto alle associazioni imprenditoriali locali. «Negli ultimi due anni e mezzo l’andamento economico e produttivo di Arvedi-Ast – evidenzia Piccolotti -mostra segnali contrastanti e ciò che preoccupa maggiormente è che, in assenza
di investimenti, lo stabilimento di Terni stia perdendo l’opportunità di riconnettersi con
i mutamenti legati alla transizione ecologica ed energetica; il ritorno alla lavorazione del lamierino magnetico è, a mio avviso, essenziale per giocare la partita della mobilità e dei motori elettrici così come la necessaria e non più rinviabile decarbonizzazione dello stabilimento deve significare l’introduzione dell’idrogeno verde tra le fonti energetiche, con potenziali importanti ricadute sul territorio; il progetto di economia circolare legato al trattamento delle scorie siderurgiche potrebbe aprire un fronte tecnologico e industriale inedito, con forte beneficio, altresì, per l’ambiente urbano, che risente negativamente degli effetti inquinanti dei processi fusori»
Piccolotti «Purtroppo – evidenzia la deputata – a due anni e mezzo dal passaggio di proprietà dalla Thyssenkrupp ad Arvedi, non esiste ancora alcun piano industriale per Terni; secondo quanto segnalato dalle organizzazioni sindacali, l’occupazione in Arvedi Ast, considerando addetti diretti e dipendenti delle ditte terze, si è ridotta in due anni di circa 150 unità, anche se l’occupazione diretta è aumentata; nonostante Arvedi Ast abbia dichiarato alle organizzazioni sindacali che con gli investimenti previsti nell’accordo intende mantenere gli attuali livelli occupazionali, occorre chiarire se tale impegno si
riferisca all’occupazione diretta o anche agli indiretti, che variano tra i 1.000 e i 1.500 addetti»
Sinistra Italiana Dall’esponente Si quindi, una panoramica su contratti applicati ai dipendenti delle ditte terze, l’aumento degli infortuni e la riduzione dei fornitori locali cono conseguenti chiusure di aziende che operano nell’indotto. «Stando alle cronache – prosegue la parlamentare – nell’accordo di programma figurerebbe anche un progetto riguardante la discarica rifiuti di proprietà di Ast dove è previsto un rilevantissimo intervento di rimozione, trattamento e parziale ricollocazione, anche esterna alla discarica, di tali rifiuti;
del suddetto progetto sono ignote sia le implicazioni per l’intero sistema di trattamento rifiuti regionale sia le misure per la salvaguardia dell’ambiente e della salute della popolazione locale».
L’interrogazione parlamentare Con l’atto si chiede dunque di sapere se i ministri interrogati intendano chiarire entro quando verrà stipulato l’accordo di programma e se prima di tale stipula si intenda attivare un tavolo di confronto sui contenuti per raccogliere le istanze dei soggetti economici e delle organizzazioni sindacali; se non si intenda, nel percorso di definizione del citato accordo di programma, coinvolgere ulteriori soggetti istituzionali quali la provincia di Terni, il comune di Narni e i comuni limitrofi interessati che, per prossimità territoriale, integrazioni settoriali e competenze istituzionali non possono essere esclusi.
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