Con che debito si può essere pignorati? Può bastare anche una cifra minima per avviare il procedimento? Lo spieghiamo in questo post dove ricordiamo in breve anche come funziona il pignoramento. (scopri le ultime notizie su bonus, Rdc e assegno unico, su Invalidità e Legge 104, sui mutui, sul fisco, sulle offerte di lavoro e i concorsi attivi. Leggile gratis su WhatsApp, Telegram e Facebook).
Ci sono diversi tipi di pignoramento
Il pignoramento si classifica in base alla natura dei beni su cui si agisce. Ci sono tre principali categorie di pignoramento, ciascuna riguarda beni specifici:
Pignoramento mobiliare
Questo tipo di pignoramento riguarda i beni mobili situati nella dimora, residenza, ufficio, o domicilio del debitore. Gli oggetti che possono essere soggetti a questo tipo di pignoramento includono:
- Arredi
- Oggetti di valore
- Contanti in cassaforte
Pignoramento immobiliare
Il pignoramento immobiliare coinvolge beni immobili quali:
- Terreni
- Abitazioni (anche se in comunione)
- Garage
- Uffici
- Magazzini
Pignoramento presso terzi
Questa forma di pignoramento si applica ai crediti che il debitore possiede nei confronti di altri soggetti. Include:
Ogni categoria ha specifiche regole, tempi e costi associati, rendendo il processo più o meno vantaggioso a seconda della situazione del debitore e del tipo di bene coinvolto.
Entra nella community, informati e fai le tue domande su Youtube e Instagram.
Con che debito si può essere pignorati?
Non esiste un limite minimo di debito sotto il quale si è esenti dal rischio di pignoramento. Il creditore può decidere di avviare l’esecuzione forzata anche per crediti di valore modesto. Questa flessibilità normativa consente il pignoramento in una vasta gamma di situazioni, indipendentemente dall’entità del debito.
Esempio pratico
Una persona che rivendichi un credito di 2.000 euro nei confronti di un altro, potrebbe avvalersi del pignoramento per recuperare la somma. Le opzioni a sua disposizione includono:
Potrebbe anche chiedere all’ufficiale giudiziario di verificare la presenza di beni mobili pignorabili all’interno dell’abitazione del debitore.
Eccezioni legate a debiti specifici
Ci sono però delle eccezioni, in particolare per i debiti derivanti da cartelle esattoriali. Per queste situazioni, la legge stabilisce che:
- Per l’ipoteca sugli immobili, il credito debba essere superiore a 20.000 euro.
- Per il pignoramento immobiliare, oltre a un credito superiore a 120.000 euro, è necessario che il valore del patrimonio complessivo del debitore superi anch’esso i 120.000 euro. È inoltre previsto il divieto di pignoramento della prima casa di residenza del debitore.
Al creditore conviene fare un pignoramento per una somma bassa?
La decisione di procedere a un pignoramento non dipende soltanto dall’ammontare del debito, ma anche dalla convenienza economica di questa azione. Il pignoramento comporta dei costi che devono essere anticipati dal creditore e che variano a seconda della modalità di pignoramento scelta.
Costi variabili del pignoramento
I costi legati al pignoramento possono essere molto diversi a seconda del tipo di bene pignorato:
- Pignoramento immobiliare: generalmente è l’opzione più onerosa, data la complessità e le spese legali associate.
- Pignoramento mobiliare o presso terzi: queste forme tendono a essere meno costose rispetto al pignoramento immobiliare.
Considerazioni economiche per il creditore
Il creditore deve valutare se il recupero del credito attraverso il pignoramento giustifichi i costi iniziali e le incertezze legate alla possibile vendita dei beni sequestrati. Inoltre, la probabilità di recuperare l’importo dovuto varia a seconda che il debitore disponga di fonti di reddito stabili, come un lavoro subordinato o una pensione, o di un conto corrente attivo. In assenza di queste condizioni, il rischio che i beni pignorati non siano vendibili all’asta può rendere il pignoramento economicamente svantaggioso.
I costi del pignoramento
Intraprendere un pignoramento immobiliare comporta costi notevoli che possono superare i 5.000 euro solo per spese dirette, senza contare l’onorario dell’avvocato. Questi costi tendono ad aumentare proporzionalmente al valore del bene pignorato e all’ammontare del debito.
Spese specifiche
Le spese vive includono:
Queste spese rappresentano un onere importante che deve essere considerato dal creditore prima di decidere di procedere con un pignoramento.
Rischi e considerazioni
Se il debitore non possiede beni sufficienti o se i beni non risultano facilmente vendibili, il rischio di non realizzare il credito è alto. Questa incertezza, unita al costo elevato del processo, rende il pignoramento immobiliare poco praticabile per debiti minori. Pertanto, non è raro che il creditore, dopo una valutazione iniziale tramite la consultazione dell’Anagrafe Tributaria, decida di abbandonare il recupero del credito con il pignoramento, sperando in una soluzione più amichevole.
Il minimo vitale non pignorabile
Un aspetto importante riguarda il minimo vitale in caso di pignoramento della pensione. Questa misura è stata istituita per garantire che i pensionati mantengano un livello di reddito minimo indispensabile per la sopravvivenza, indipendentemente dalle azioni di recupero crediti intraprese dai creditori.
Calcolo del minimo vitale
Il minimo vitale è determinato moltiplicando per due la misura dell’assegno sociale erogato dall’INPS, valore che viene aggiornato annualmente. Questa quantità (circa 1.000 euro) rappresenta la soglia sotto la quale la pensione non può essere soggetta a pignoramento.
Implicazioni del pignoramento della pensione
Se la pensione supera il minimo vitale, solo l’importo eccedente può essere pignorato, e ciò avviene nella misura di un quinto del totale eccedente. Questo limita l’importo che i creditori possono legalmente reclamare da una pensione, proteggendo così la capacità economica di base del debitore.
FAQ (domande e risposte)
Con che debito si può essere pignorati?
Non esiste un debito minimo che escluda la possibilità di un pignoramento. Un creditore può avviare l’esecuzione forzata per recuperare qualsiasi somma di denaro, anche di valore modesto. Questo significa che, indipendentemente dall’ammontare, se un debito è legalmente valido e non è stato saldato, il creditore ha il diritto di richiedere un pignoramento per tentare di recuperare quanto dovuto.
Quali sono i tipi di pignoramento esistenti?
Esistono tre principali tipi di pignoramento, ciascuno applicabile a diversi tipi di beni:
- Pignoramento mobiliare: riguarda i beni mobili come arredi, oggetti di valore e contanti presenti nella dimora, residenza, ufficio o domicilio del debitore.
- Pignoramento immobiliare: si applica a beni immobili quali terreni, abitazioni (anche se in comunione), garage, uffici e magazzini.
- Pignoramento presso terzi: include crediti che il debitore ha nei confronti di altri soggetti, come stipendi, pensioni, conti correnti bancari o postali, canoni di locazione e titoli di credito.
Qual è il debito minimo per il pignoramento?
Come già accennato, non vi è un limite minimo di debito sotto il quale non si possa procedere al pignoramento. Questo consente ai creditori di intraprendere azioni legali anche per piccole somme, garantendo la flessibilità nel recupero dei crediti.
Quando è economicamente conveniente fare un pignoramento?
Decidere di procedere con un pignoramento dipende dalla valutazione della convenienza economica. Se i costi associati all’azione legale e alla vendita dei beni sequestrati sono superiori al debito da recuperare, potrebbe non essere vantaggioso procedere. Inoltre, la probabilità di successo nel recuperare il debito gioca un ruolo cruciale, soprattutto se il debitore non possiede beni facilmente liquidabili o ha un reddito stabile.
Quali sono i costi di un pignoramento immobiliare?
I costi per un pignoramento immobiliare possono essere significativi, spesso iniziando da un minimo di 5.000 euro per le spese dirette, escludendo l’onorario dell’avvocato. Questi costi aumentano con il valore del bene pignorato e con l’ammontare del debito. Queste spese includono costi giudiziari, di valutazione e di vendita all’asta.
Che cos’è il minimo vitale non pignorabile?
Il minimo vitale rappresenta l’importo minimo che una persona deve conservare dal suo reddito o dalla sua pensione per garantirsi la sopravvivenza. Questo importo è calcolato moltiplicando per due la misura dell’assegno sociale INPS aggiornato annualmente. Per le pensioni, qualsiasi importo al di sopra del minimo vitale può essere soggetto a pignoramento, ma solo fino a un quinto dell’eccedenza può essere effettivamente sequestrato.
Ecco gli articoli preferiti dagli utenti sul fisco e sulle tasse:
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link
Informativa sui diritti di autore
La legge sul diritto d’autore art. 70 consente l’utilizzazione libera del materiale laddove ricorrano determinate condizioni: la citazione o riproduzione di brani o parti di opera e la loro comunicazione al pubblico sono liberi qualora siano effettuati per uso di critica, discussione, insegnamento o ricerca scientifica entro i limiti giustificati da tali fini e purché non costituiscano concorrenza all’utilizzazione economica dell’opera citata o riprodotta.
Vuoi richiedere la rimozione dell’articolo?
Clicca qui